IL LORO GRIDO E’ LA MIA VOCE:
POESIE DA GAZA
Ni’ma Hassan
Una madre a Gaza non dorme…
Ascolta il buio, ne controlla i margini, filtra i suoni uno ad uno,
per scegliere una storia che le si addica
per cullare i suoi bambini.
E, dopo che tutti si sono addormentati,
si erge, come uno scudo, di fronte alla morte.
Una madre a Gaza non piange.
Raccoglie la paura, la rabbia e le preghiere nei suoi polmoni,
e attende che finisca il rombo degli aerei,
per liberare il respiro.
Una madre a Gaza non è come tutte le madri.
Fa il pane con il sale fresco dei suoi occhi…
E nutre la patria con i suoi figli.
David Grossman, lo scrittore più famoso in Israele, vive in un esilio auto imposto; le sue parole
“ogni volta che parlo di bambini, penso ai bambini di Gaza, a quello che stanno vivendo, al fatto che non hanno una casa, alle bombe che cadono su di loro, senza nessuna protezione”.
In questo periodo terribile, si stima che siano nati a Gaza 50000 bambini e bambine. Gaza oggi, non è un luogo adatto alla nascita di un bambino: le donne si trovano ad affrontare la mancanza di cibo e di acqua potabile; i frequenti spostamenti, il trauma della perdita di persone care e la paura di morire. Ogni donna incinta ha conosciuto solo paura, traumi sfollamenti.
E ogni bambino nato, che riesce a sopravvivere, ha conosciuto solo la guerra. Alcune hanno fatto scelte drastiche, come l’autoinduzione del travaglio, con l’uso di farmaci, per paura di perdere il bambino in caso di fuga.